Flaubert, i Bohémiens e l’Odio dei borghesi
Sono andato in visibilio, otto giorni fa, davanti ad un accampamento di Bohémiens che si erano stabiliti a Rouen. È la terza volta che li vedo, e ogni volta con piacere nuovo. La cosa incredibile è che eccitano l’Odio dei borghesi, benché siano inoffensivi come agnelli. Mi sono fatto molto malvolere dalla folla dando loro qualche soldo. E ho sentito parole gentili alla Prudhomme. Questo odio risale a qualcosa di molto profondo e complesso. Lo si ritrova in tutte le persone perbene. È l’odio che si porta al Beduino, all’Eretico, al Filosofo, al solitario e al poeta. E in esso si annida la paura. Io, che sono sempre per le minoranze, ne sono esasperato.
E’ vero che son molte le cose che mi esasperano.
Il giorno in cui non sarò più indignato, cadrò a terra, come un manichino a cui han tolto il sostegno.
In Correspondance de Gustave Flaubert, lettre à George Sand, 12 juin 1867, éd. de la Pléiade, tome 5, pp. 653-654.
[caption id="attachment_5734" align="aligncenter" width="443" caption="Foto di Valentina Perniciaro _Libano e campi profughi_"][/caption]