L’unità tedesca, 20 anni dopo: l’indignazione degli ex Tedeschi dell’Est

Pubblicato il da Rossella Cadeddu

[caption id="attachment_4179" align="alignright" width="500" caption="Berlino, 1989. Foto: Raphaël Thiémard - VivaoPictures (cc)"][/caption]

  • Politicamente l’unità è riuscita; considerata da un punto di vista economico il risultato è una catastrofe. (Edgar Most, vice presidente della banca nazionale della DDR e dopo la svolta fino al 2004 manager della Deutsche Bank in un’intervista dello Spiegel)



  • Con l’adesione è cominciata una “spietata deindustrializzazione della Germania dell’Est”, ha detto Matthias Platzeck, il governatore del Brandeburgo, anche lui in un'intervista dello Spiegel e ha aggiunto anche: il comportamento della Germania dell’Ovest riguardo all’annessione sarebbe responsabile “da noi, di molte delle ricuse sociali dopo il 1990, così il politico della SPD. Sono mancati anche i più piccoli gesti simbolici nei confronti dei cittadini dell’Est”. Ai Tedeschi dell’est sarebbe stata trasmessa la sensazione di dover buttare via tutto, “era tutto Stasi e tutto ideologicamente inquinato”.



  • Nell’Ovest l’undici percento dei cittadini rivorrebbe indietro il muro, nell’Est il nove percento “preferirebbe riavere la DDR”. Questo è il risultato del Sozialreports 2010 der Volkssolidarität. (Rapporto sociale 2010 dell’opera di solidarietà popolare). Le famiglie tedesche dell’Est dispongono oggi in media solamente del 75-80 % del reddito dei loro concittadini occidentali. Lo studio afferma che tra l’altro, che in seguito all’annessione della DDR alla Germania Federale il peso dell’adattamento di fatto grava principalmente sui Tedeschi dell’Est. Nella Germania dell’Est due terzi degli intervistati in età compresa tra i 18 e 65 anni ha dovuto cercare un’attività lavorativa che non aveva nulla a che fare con la loro formazione originaria.



  • Già ora il 18% dei Tedeschi vivrebbe nell’Est e Ovest con meno del 60% del reddito netto medio (798 Euro al mese), nella Germania dell’Est addirittura anche di più. Ad essere maggiormente minacciati dalla povertà sarebbero i disoccupati, le famiglie unigenitoriali, le famiglie con tre o più figli o gli occupati con rapporti di lavoro precari. (Fonte: Volkssolidarität 2010)


Giovane, giovane – questa “riunificazione” è davvero riuscita. E se questo lo afferma la gente, che probabilmente è più furba (Most) e pagata più (Platzeck) di me, avrò forse anche io un po’ ragione qui nel mio blog?

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